Diritti dell'Anima

By Giuseppe Giacosa

The Project Gutenberg EBook of Diritti dell'Anima, by Giuseppe Giacosa

This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with
almost no restrictions whatsoever.  You may copy it, give it away or
re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included
with this eBook or online at www.gutenberg.org


Title: Diritti dell'Anima

Author: Giuseppe Giacosa

Release Date: April 26, 2008 [EBook #25176]

Language: Italian


*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK DIRITTI DELL'ANIMA ***




Produced by Carlo Traverso, Claudio Paganelli and the
Online Distributed Proofreading Team at https://www.pgdp.net
(This file was produced from images generously made
available by Biblioteca Nazionale Braidense - Milano)







                 GIUSEPPE GIACOSA

                Diritti dell'Anima

         _Commedia in un atto in prosa._




                      MILANO

             FRATELLI TREVES, EDITORI

                      1900.





               Ad Antonio Fogazzaro

               con affetto fraterno

                             _Giuseppe Giacosa._




            PERSONAGGI.

            PAOLO.
            MARIO.
            ANNA.
            MADDALENA.


        La scena in una villa in Brianza.

                 Epoca presente.





_Questa commedia fu rappresentata la prima volta a
Verona dalla Compagnia Zacconi-Pilotto-Sciarra al
teatro Nuovo il 26 febbraio 1894._




               PROPRIETÀ LETTERARIA

                      ------

I diritti di riproduzione, di traduzione e di
rappresentazione sono riservati per tutti i paesi,
non escluso il Regno di Svezia e di Norvegia.

                      ------

È assolutamente proibito di rappresentare questo
dramma senza il consenso scritto dell'autore.
(_Articolo 14 del Testo unico, 17 settembre
1882_).




                   ATTO UNICO.

    Camera signorile ma semplice, mobili vecchi,
    non antichi nè logori. Un camino dove si possa
    bruciar carte. Un sofà. Una scrivania. Nel fondo
    la comune. A sinistra porta che mette nelle
    stanze di Anna. A destra finestra.





                   SCENA PRIMA.

                PAOLO e MADDALENA.

    PAOLO, è seduto alla scrivania sulla quale si
    vede un mucchio di carte sciolte.


                MADDALENA, entra.

                      PAOLO.

Ebbene è tornato?

                    MADDALENA.

Non ancora.

                      PAOLO.

Ce ne hai messo del tempo!

                    MADDALENA.

Sono stata a cercarlo al caffè della Posta.

                      PAOLO.

Ti avevo detto di vedere in camera sua od in
giardino. C'è bisogno di andar via per il paese?

                    MADDALENA.

Non c'era, ho creduto.... Non c'era nemmeno al
caffè; ma mi hanno detto dove è.--Può star poco a
rientrare. È andato alla stazione di Poggio a
ricevere l'ingegnere delle acque. L'esattore lo ha
veduto avviarsi a piedi. Va sempre a piedi; ma
tornerà coll'omnibus per riguardo all'ingegnere.
L'omnibus dovrebbe esser qui a momenti. È certo
però che.... mi sta a sentire?

                      PAOLO.

No. Puoi andartene.

                    MADDALENA.

Sissignore. È certo però che se è veramente
arrivato l'ingegnere delle acque suo fratello
domani non va via. Lei e la signora contano di
partire domani, non è vero?

                      PAOLO.

Sì, va. Non so.--Sì, partiremo domani.--Lasciami
stare.

                    MADDALENA.

Ebbene, vedrà se sbaglio; io dico che suo fratello
domani non va. E nemmeno doman l'altro. Eccolo
qui.




                  SCENA SECONDA.

                  MARIO e detti.


                      MARIO.

È vero che cercavi di me?

                      PAOLO.

Sì, da un'ora.

                    MADDALENA.

Mi domandava qui il signor Paolo....

                      PAOLO.

Io non ti domandavo nulla. Va via.

        La prende per un braccio e la mette fuori.

                      MARIO.

Cos'è stato?

                      PAOLO.

È insopportabile. Non starà mica ad ascoltare agli
usci?

                      MARIO.

No. Sta tranquillo. Sentila, è già in
giardino.--Cos'è stato? Hai la faccia stravolta.

              PAOLO dopo una pausa.

Sai perchè Luciano si è ucciso?

                      MARIO.

No.

                      PAOLO.

Si è ucciso per amore. Per amore di Anna. Ne ho le
prove.... sono là.--L'ho saputo oggi,--un momento
fa. Per amore di mia moglie si è ucciso. Tu ed io
eravamo i suoi soli parenti; egli era il mio
compagno d'infanzia, il mio più caro amico. Ha
tentato di farsi amare. Anna lo ha respinto. Ha
insistito. Anna gli ha risposto duramente. Egli
esaltato com'era si è ucciso.

                      MARIO.

Come l'hai saputo?

                      PAOLO.

Ne ho le prove, ti dico.--È un'ora che le rileggo.
Sono ancora sbalordito! Erano là da un
mese....--Sai che appena mi giunse a Milano il
telegramma da Londra che annunciava il suicidio,
io sono corso nell'alloggio di Luciano, vi ho
raccolto tutte le carte, e ne ho fatto un plico
suggellato che portai poi qui.

                      MARIO.

Ti avevo detto di bruciarle.

                      PAOLO.

Volevo infatti, ma poi credetti bene di aspettare
che l'amministrazione dell'Ospedale, quale erede,
avesse verificato i conti. Un'ora fa, venne qui il
Sindaco, d'incarico del Sotto-Prefetto, a
consegnarmi il portafogli che si era trovato
indosso al cadavere e che il nostro Console aveva
spedito da Londra al Ministero degli esteri. Stavo
per chiuderlo nella scrivania, quando mi prese,
non so come, la smania di cercarvi la ragione di
quel suicidio che nessuno di noi aveva saputo
spiegare.

                MARIO, movimento.

                      PAOLO.

Tu sì? Tu avevi indovinato la ragione...?

                      MARIO.

Indovinato....

                      PAOLO.

Sospettato, via. Tu sapevi di quest'amore?

                      MARIO.

Va, va, racconta, non ti esaltare.

                      PAOLO.

No, rispondi. Sapevi?

                      MARIO.

Mi ero accorto, sì, che Luciano andava via colla
testa.

                      PAOLO.

E non me ne hai detto nulla?

                      MARIO.

Che dovevo dirti? Apprese dagli altri, queste cose
appaiono più grosse e sono più offensive. E poi
potevo sbagliare: io non vedo te ed Anna che il
breve tempo della campagna; se tu che vivi con lei
tutto l'anno non ti eri accorto di nulla....
D'altronde Anna stava in tanto riguardo, sapeva
così bene difendersi!

                      PAOLO.

Oh Anna! Anna è una santa! L'ho sempre pensato di
lei questo. Ma ora....

                      MARIO.

Va avanti, racconta.

                      PAOLO.

Nel portafogli trovo una lettera e riconosco sulla
soprascritta il carattere di Anna.

                      MARIO.

Era così naturale che tua moglie scrivesse a
nostro cugino!

                      PAOLO.

Naturalissimo. Infatti l'ho letta. Eccola.

             MARIO, fa per prenderla.

                      PAOLO.

No. Stalla a sentire.

                                            Legge.

«Mi scrivi

                                            Parla.

Non c'è intestazione.

                                            Legge.

«Mi scrivi che se non rispondo tu ritorni
immediatamente. Amo mio marito, ecco la mia
risposta. Questa, solamente questa, per sempre
questa. Ti supplico di non tormentarmi.--_Anna_.»

                      MARIO.

E già!

                      PAOLO.

Canaglia!

                      MARIO.

Che data ha quella lettera?

                      PAOLO.

Luciano stesso ha avuto cura di farci sapere il
giorno e l'ora che gli fu consegnata. Ha scritto
sotto a matita: _Ricevuta oggi 20 giugno ore 11
antimeridiane._ Si è ucciso prima di mezzogiorno.

                      MARIO.

Povero diavolo! Si vede che è stato un colpo di
pazzia: quella scritta stessa lo dimostra.

                      PAOLO.

Capisci bene che non mi sono fermato lì. Ho aperto
il plico. Ci ho trovate altre quattro lettere di
Anna, tutte sullo stesso argomento e nello stesso
tono. La prima è di tre anni fa. Sono poche
parole: respinge a Luciano una lettera che questi
le aveva scritto. Ho cercato questa lettera di
Luciano--non c'è. L'avrà distrutta.--Teneva solo
quelle di lei.--Poi c'è un bigliettino da Roma:
sai che Anna l'inverno passato è stata un mese a
Roma da sua madre. Bisogna dire che l'amico le
fosse corso dietro. Anna non lo vuol vedere. Poi
ce n'è una lunga che dev'essere di quando egli fu
malato per quella caduta da cavallo.--È la sola
lunga delle cinque.... scritta in termini
affettuosi, ragionando e pregando; una stupenda
lettera, buona, elevata: leggi, leggi.

                      MARIO.

No, no, no.

                      PAOLO.

Senti solo....

                      MARIO.

No, non mi piace.

                      PAOLO.

Non fa che parlare di me, della nostra giovinezza
fraterna. Anche di te parla. Dice....

                      MARIO.

No, ti prego. E inutile. So che donna è mia
cognata e non mi occorrono prove della sua
onestà.--Perchè tornare su quelle povere lettere?
È così doloroso che tu le abbia conosciute?

                      PAOLO.

Doloroso!? È doloroso che non seguiti più a
piangere un falso parente che mi voleva rubare....

                      MARIO.

Lascia stare! È morto, e non ti ha rubato
nulla.--E se fosse vissuto non ti rubava nulla lo
stesso.--Anna ha saputo....

                      PAOLO.

E questo? e questo? lo conti poco? È doloroso
questo? Non ho mai avuto un'ombra di dubbio sul
conto di Anna, mai,--e non mi è mai nemmeno
passato per la mente il pensiero.... ma altro è
non dubitare e non aver pensato, altro è possedere
la prova palpabile della sua fede e del suo
amore.--Amo mio marito.--È il ritornello di tutte
le sue lettere.

                      MARIO.

Bisognava proprio che te lo dicesse!

                      PAOLO.

Non lo diceva a me, lo diceva a lui. A lui lo
diceva, intendi? Luciano aveva tutte le qualità
che possono sedurre una donna. Era più giovane,
più bello di me, parlava bene, era pieno di ardore
e di coraggio.

                      MARIO.

Come fa piacere eh? lodarlo ora!

                      PAOLO.

Doloroso! quando avessi bruciato, come tu volevi,
quelle carte, e che poi un bel giorno fossi venuto
a sapere di questo amore, chi avrebbe potuto
levarmi di mente...?

                      MARIO.

La certezza ti rende sospettoso!

                      PAOLO.

Che vuoi dire?

                      MARIO.

Ma sì. Se temevi un anno prima, forse quello che
avvenne non sarebbe avvenuto. Ho fatto male a non
aprirti gli occhi. Allontanato da te, forse
Luciano non si uccideva.

                      PAOLO.

Ma la prova mi sarebbe mancata.

                      MARIO.

La tua tranquillità costa cara.... agli altri.

                      PAOLO.

Non pretenderai mica che mi intenerisca sulla
sorte di Luciano.

                      MARIO.

Non parlo di lui.

                      PAOLO.

E di chi?

                      MARIO.

Di tua moglie. Pensa che stato dev'essere il suo.

                      PAOLO.

Credi che si attribuisca...?

                      MARIO.

Eh sfido!

                      PAOLO.

L'ho veduta molto afflitta, ma non agitata.

                      MARIO.

Tu non vedi le cose continue, vedi solo quelle
improvvise.--D'altronde Anna è padrona di sè.

                      PAOLO.

E ha fatto il suo dovere.

                      MARIO.

È da un pezzo che lo fa.

                      PAOLO.

Saprò rasserenarla, va, saprò consolarla.--Vedrai,
Mario: Mi pare di essere tornato ai primi giorni
del nostro matrimonio, di possederla da oggi
soltanto.

                      MARIO.

Lascia fare al tempo. Hai letto, hai saputo, ti
basti. È inutile che Anna sappia che tu sai.

                      PAOLO.

Era qui or ora quando il sindaco mi ha consegnato
quel portafogli. Ma è uscita subito.

                      MARIO.

Non sa dunque che hai letto....

                      PAOLO.

L'avrà imaginato.

                      MARIO.

No. E ad ogni modo ti sarà riconoscente se
fingerai d'ignorare....

                      PAOLO.

Andiamo. Non facciamo sottigliezze. Nulla è più
arido del meditare il piano di condotta in queste
cose. Quello che ha fatto, Anna lo ha fatto per
me. Sono io che devo pensare a ripagarnela. Per me
lo ha fatto, per me, per me, intendi?


                      MARIO.

E chi ti dice il contrario. Vedi come ti inquieti?

                      PAOLO.

M'inquieto! Sicuro che non andrò a dirle: Ho letto
le tue lettere e ti ringrazio tanto! Si capisce
che quando parlo di rasserenarla e di consolarla
intendo colla tenerezza.... colla confidenza la
più illimitata.--Sono sempre stato così.--Mi ha
voluto bene così.--Non c'è ragione di cambiare, se
anche non piace a te.

                      MARIO.

Come la pigli!

                      PAOLO.

Sei tu che la pigli male. Non mi hai detto una
parola giusta. Mi aspettavo ben altro da te. Si
direbbe, a sentirti che questa scoperta sia una
disgrazia. Cosa ha portato di nuovo questa
scoperta? Luciano è morto da un mese, il primo
dolore era già passato. Se anche io seguitavo ad
ignorare ogni cosa, non tornava in vita già! Non è
riuscito a farmi il male che avrebbe voluto: sia
pace all'anima sua. Mi resta la certezza
dell'amore di mia moglie, e di questa, pensa come
vuoi, io mi rallegro come della migliore fortuna
che mi potesse capitare.

                      MARIO.

Vieni qui.

                    Gli mette un braccio al collo.

Sei persuaso che ti voglio bene?

                      PAOLO.

Sì.

                      MARIO.

E allora contento tu, contento io. Ti va?

                      PAOLO.

Sì. E adesso va a fare la valigia.

                      MARIO.

Ah giusto. Domani non posso partire.

                      PAOLO.

--No!?

                      MARIO.

È arrivato l'ingegnere Falchi. Posdomani c'è la
seduta per il consorzio delle acque.

                      PAOLO.

Mandalo al diavolo.

                      MARIO.

Non posso, sono il presidente.

                      PAOLO.

S'era già fissato di partire oggi. Abbiamo tardato
per cagion tua.

                      MARIO.

Come si fa? Dovevo vendere il fieno. È questione
di tre giorni, quattro al più.

                      PAOLO.

Se andassimo Anna ed io intanto? La pigione del
châlet ci corre da quindici giorni. Tu verresti a
raggiungerci appena sei libero.

                      MARIO.

Se credi....

                      PAOLO.

Ti dirò. Posdomani è la festa di Anna. Finchè gli
affari mi trattenevano a Milano tutto il luglio,
quel giorno l'abbiamo sempre passato soli Anna ed
io. Non lo facevamo di proposito, ma le cose
portavano così. L'anno scorso ho potuto esser
libero in principio di luglio e siamo venuti qui
per non muoverne fino a settembre. Ebbene, tre
giorni prima della sua festa, Anna, mi pregò di
portarla a fare un giro in Svizzera.--Non mi
disse, ben inteso, la ragione del suo desiderio,
ma insistette perchè si partisse subito. Siamo
andati a Interlaken e di là siamo saliti sino a
Murren.--Il giorno di sant'Anna eravamo a Murren.
Il luogo ci parve così incantevole, Anna se ne
compiaceva tanto, che fin d'allora io fissai uno
châlet per quest'anno. Quindici giorni fa, tu che
non ti muovi mai, proponesti improvvisamente di
accompagnarci....

                      MARIO.

M'hai trovato indiscreto?

                      PAOLO.

No. Hai visto che Anna ne ebbe piacere. Essa ti
vuol molto bene.

                      MARIO.

Lo so.

                      PAOLO.

Quando dovesti ritardare fu lei stessa a proporre
che ti aspettassimo. Ma quel primo ritardo ci
lasciava ancora arrivare in tempo, questo secondo
non ci lascierebbe più, e io proprio, ora,
specialmente, ci tengo ad esser là a giorno fisso.
È puerile se vuoi....

                      MARIO.

No. Va bene. Io vi raggiungerò.

                      PAOLO.

Si era rimandata la partenza a domani per
aspettarti; ma dacchè non vieni subito si potrebbe
partire stasera.

                                        Scattando.

Ho bisogno di andarmene, di levarmi di qui. Quelle
lettere mi....

                      MARIO.

Bruciale. Dalle a me.

                      PAOLO.

Ah no.--Non ancora.

                      MARIO.

Parti, parti stasera è meglio. Ma Anna sarà poi
lesta?





                   SCENA TERZA.

                  ANNA e detti.


               ANNA, che è entrata.

A far che?

                      MARIO.

Dicevo a Paolo che io domani non posso partire, ne
ho ancora per tre o quattro giorni. È inutile che
voi altri rimaniate qui al caldo ad aspettarmi.
Paolo ai primi di settembre deve trovarsi a
Milano; ogni ritardo gli abbrevia la dimora. Io
sono già in età di viaggiar solo: appena libero vi
raggiungo.--Che ti pare?

                      ANNA.

Come vorrete.

                      MARIO.

Ho anzi piacere di far dare una gran ripulita alla
casa e al giardino. La vostra presenza
disturberebbe, e la mia è necessaria.

                      PAOLO.

E poichè Mario rimane, io dicevo di andar via
stasera.

                      ANNA.

Così presto?

                      PAOLO.

I tuoi bauli erano già quasi fatti.

                      MARIO.

Ci guadagnate una giornata. In questa stagione
meglio viaggiare la notte che il giorno. È tempo
di luna, la strada del Gottardo è incantevole.

        ANNA, tra svogliata e disattenta.

Sì, sì.

                 MARIO, a Paolo.

Allora vai subito dal vetturale lì sulla piazza, e
digli che tenga pronta una carrozza.... A che ora
parte il treno da Poggio?

                      PAOLO.

Alle sette e venti.

                      MARIO.

Digli che si trovi qui alle sei. Ci manderei
Battista ad ordinarla, ma l'ingegnere lo ha preso
con sè. D'altronde è meglio vederla la carrozza,
quello là ha certe arche antidiluviane.

                      PAOLO.

Se ci andassi tu. Tu lo conosci e conosci il suo
arsenale.... potresti scegliere meglio....
scusa....

                      MARIO.

Hai ragione. Anna, ti mando Maddalena che ti aiuti
a chiudere i bauli?

                      ANNA.

Sì, grazie, Mario. Mandami Maddalena che mi aiuti.

                 MARIO, uscendo.

E allora il pranzo alle cinque.

                      PAOLO.

Sì.

                                       Mario esce.




                  SCENA QUARTA.

                  PAOLO e ANNA.


    Silenzio. ANNA fa qualche passo verso la
    scrivania. PAOLO s'avvicina con impeto ad
    ANNA, la prende fra le braccia e la bacia.

        ANNA, sciogliendosi con violenza.

Ah! che orrore!

        Le parole «che orrore» le sfuggono
        involontarie dalle labbra, più esalate che
        dette.

                PAOLO, atterrito.

Anna!

                      ANNA.

C'era una mia lettera in quel portafogli, eh?

                      PAOLO.

Sì--c'era.

                      ANNA.

Tu l'hai letta.

                      PAOLO.

Sì.

                      ANNA.

Ho ucciso un uomo e mi hai abbracciata per questo.

                      PAOLO.

Non volevo. Mi ero proposto di non dirtelo. Anche
Mario me lo aveva consigliato. Poi ti ho
guardato--mi hai fatto tanta pietà!--Ma che parola
hai detto, Anna!

                      ANNA.

Perdonami. E promettimi che non mi parlerai mai di
tutto ciò--nè da vicino, nè da lontano, nè aperto,
nè velato, mai!

                      PAOLO.

Te lo prometto.

                      ANNA.

Non terrai la promessa.

                      PAOLO.

Oh!

                      ANNA.

Non la terrai--ti conosco.--Che disgrazia che tu
abbia saputo! L'ho veduto entrando, nei tuoi
occhi, che sapevi.--Speravo tanto che avresti
sempre ignorato,--pregavo. Ma appena entrata l'ho
veduto subito.

                Con un impercettibile accento di
                pietà canzonatoria.

Avevi un'aria modesta e imbarazzata. Ti conosco
tanto io! Vuoi sentire? Quando Mario ti propose di
andare per la carrozza--ho pensato--non ci
va.--Quando hai mandato lui ho sorriso.

                      PAOLO.

Ti ho vista--non capivo.

                      ANNA.

Si eh? Anche Mario mi ha vista a sorridere e ha
capito.

                      PAOLO.

Non dire.--Che tu legga in me è naturale.

                      ANNA.

In ricambio eh? E guarda, quando Mario stava per
uscire, ho anche pensato.... ora appena siamo
soli--mi si avvicina e mi abbraccia.

                      PAOLO.

Vedi bene....

                      ANNA.

Che era naturale anche questo, non è vero?

                      PAOLO.

Ti amo tanto, Anna!

                                      Lunga pausa.

È strano che mi dai soggezione. Ti dico una cosa e
subito penso: dovevo dirla? Era meglio tacere? È
la prima volta che provo un tale sentimento con
te. Abbiamo bisogno tutti e due di distrazione.

                      ANNA.

Sì,--ma oggi non parto, sai.

                      PAOLO.

No? Avevi detto....

                      ANNA.

Ho pensato meglio. Non c'è nemmeno il tempo di
preparare.

                      PAOLO.

I tuoi bauli sono già fatti.

                      ANNA.

Oh ne manca tanta della roba!

                      PAOLO.

Abbiamo otto ore di tempo.

                      ANNA.

Sono stanca.

                      PAOLO

Adesso Mario è andato ad ordinare la carrozza.

                      ANNA.

Sarà per un altro giorno.

                      PAOLO.

Domani in caso.

                      ANNA.

Non oggi, ecco.

                      PAOLO.

Non so nemmeno come fare a dirlo a Mario. Pare un
capriccio.

                      ANNA.

Oh Mario capirà!

                      PAOLO.

Meglio di me.

                      ANNA.

Non volevo dire....

                      PAOLO.

Anna, tu non mi perdoni di aver letto quelle
lettere.

                      ANNA.

Vedi che ne riparli già! Ebbene, no, no, no,
povero Paolo, non è questo. Non ho nulla da
perdonarti io. Credilo. Non c'è in me nè ira, nè
amarezza. Avrei dato non so che perchè tu avessi
ignorato; per te, per bene tuo, per la tua pace,
non per me. Ma già sentivo che una volta o
l'altra....

                                            Pausa.

È stata una tragedia inutile, vedrai.

                      PAOLO.

Cosa vuoi dire?

                      ANNA.

Non lo so, non badare.... scusami....

                                         Si avvia.

                      PAOLO.

Vai?

                      ANNA.

Sì.

                      PAOLO.

Così non mi dici nemmeno se si andrà via domani?

                      ANNA.

Abbiamo tempo a decidere.

                      PAOLO.

Oh altro!

                                         Anna via.




                  SCENA QUINTA.

                 PAOLO poi MARIO.


                 PAOLO, silenzio.

Una tragedia inutile!

                Siede coi gomiti sulle ginocchia e
                la testa fra le mani.

                      MARIO.

Ecco fatto. E Anna?

                      PAOLO.

Di là.

                      MARIO.

Maddalena verrà subito, era andata al lavatoio.
Ebbene? Andiamo, scuotiti, caccia via quell'idea
fissa. Si sa che al primo momento.... Fai bene a
partir subito, il viaggio ti snebbierà.

                      PAOLO.

Non si parte.

                      MARIO.

Come?

                      PAOLO.

Anna non vuole.

                      MARIO.

Perchè?

                      PAOLO.

Mah!

                      MARIO.

Le hai detto....

                      PAOLO.

Ha capito, mi ha domandato.... non potevo mica
negare.

                      MARIO.

Ti ha domandato così di suo, senza che tu le
dicessi nulla?

                      PAOLO.

Fammi la grazia di non farmi il processo ora. Se
tu sapessi cosa ho nella testa!

                      MARIO.

Vuoi tu che provi a parlarle io? Sono proprio
persuaso che a star qui è peggio.

                      PAOLO.

Prova, chissà. Tu la capisci così bene! Lo ha
detto lei.

                      MARIO.

Ma tu mi prometti di non almanaccare intanto?

                      PAOLO.

Che devo prometterti? Non mantengo. Anche questo
lo ha detto lei. Mi conosce.--Tu non mi conosci?

                      MARIO.

È in camera sua?

                      PAOLO.

Credo.

                      MARIO.

Lascia fare.

                      PAOLO.

Ah, bada! Se.... No, va, va.... va, va, vedremo
poi.

                                       Mario esce.




                   SCENA SESTA.

    PAOLO poi MADDALENA, indi MARIO di dentro.


    PAOLO prende la lettera dal portafogli, legge
    con molta ponderazione accentando le parole.

«Mi scrivi che se non rispondo tu ritorni
immediatamente».

                                          Parlato.

Mi scrivi! Dove sarà quella lettera?

                                            Legge.

«Amo mio marito, ecco la mia risposta. Questa,
solamente questa, per sempre questa.--Ti supplico
di non tormentarmi».

                                          Parlato.

Ti supplico di non tormentarmi.--Uhm!

                    MADDALENA.

Sono qui.

                      PAOLO.

Non c'è bisogno di te.... non ce n'è più bisogno
per ora. Se occorrerà ti chiameremo.

                    MADDALENA.

Scusi, signor Paolo: è vero quello che dicono in
paese?

                      PAOLO.

Che cosa?

                    MADDALENA.

Che il Sindaco le ha portato stamattina il
portafogli del signor Luciano con dentro tanti
denari per i poveri.

                      PAOLO.

Ma che!

                    MADDALENA.

Lo ha detto adesso al lavatoio la serva del
Sindaco.

                      PAOLO.

Non c'era dentro nulla, va, ha visto anche il
Sindaco.

                    MADDALENA.

Oh perchè non faceva stupire. Il signor Luciano
veniva di rado in paese, ma quando ci veniva ne
spendeva.

                      PAOLO.

Me ne rallegro.

                    MADDALENA.

Anche l'anno passato sa, Liberata, la vedova del
minatore che andava in America a raggiungere il
figliuolo.... che lei le aveva dato cinquanta
lire.... ebbene il signor Luciano glie ne ha date
cento.

                      PAOLO.

Ma che storie! non era nemmeno qui.

                    MADDALENA.

Come non era qui? Ho visto io....

                      PAOLO.

Ma fammi.... Quella donna ha ricevuto l'annunzio
che le era morto il marito nella miniera, e che il
figlio la chiamava in America, la vigilia del
giorno che io partii per la Svizzera, un anno a
ieri o ad oggi, me lo ricordo perchè ho potuto
darle quel poco danaro in oro che mi ero già
procurato.... Essa doveva partire dopo due
giorni....

                    MADDALENA.

Ecco.

                      PAOLO.

Come ecco? Luciano non era qui.--Lo so.

                    MADDALENA.

È arrivato il giorno che Liberata si è messa in
viaggio.

                      PAOLO.

Ah! Due giorni dopo che eravamo partiti noi.

                    MADDALENA.

Sarà. È arrivato alla mattina.

                      PAOLO.

Alla sua villa.

                    MADDALENA.

No, no qui: ma ha trovato il signor Mario solo: si
seccava poveretto, è ripartito subito.

                      PAOLO.

Ah.... non sapevo.... allora hai ragione tu.--Ah è
venuto? Hai ragione tu.--Oh era generoso! Ha
lasciato tutto il suo all'ospedale.

                    MADDALENA.

Sì, ma sa l'ospedale!...

            MARIO di dentro chiamando.

Maddalena!

                    MADDALENA.

Eccola!




                  SCENA SETTIMA.

                  MARIO e detti.


                      MARIO.

Vai di là che la signora ha bisogno di te.

                           Via Maddalena--a Paolo.

L'ho persuasa.

                      PAOLO.

Che fortuna avere un buon avvocato.

                      MARIO.

E come vedi non c'è voluto molto.

                      PAOLO.

Scommettere che indovino come te la sei pigliata?

                      MARIO.

Oh, semplicissimo! Le ho....

                      PAOLO.

No--lascia dire a me. Lo voglio anch'io il mio
piccolo trionfo. Hai rinunciato agli affari che ti
trattenevano e ti sei deciso a partire con noi.

                      MARIO.

Anche questo.

                      PAOLO.

Eh? Se lo sapevo? Quando andavi di là stavo per
dirtelo, e poi ho voluto vedere. E allora Anna si
è subito disposta?...

                      MARIO.

Ti dispiace?

                      PAOLO.

Figurati! Quanti più siamo.... Non andiamo per
distrarci?--I luoghi, il viaggio, gli alberghi....
sì, sta bene!... Ma la compagnia!--È per fuggire
che bisogna essere in pochi.

                      MARIO.

Cosa dici?

     PAOLO gli mette le due mani sulle spalle
       e gli parla viso a viso scuotendolo.

È per fuggire, intendi? che bisogna essere in
pochi. Per fuggire, come abbiamo fatto Anna ed io
l'anno passato.

                      MARIO.

Non capisco.

                      PAOLO.

Non me l'hai mica detto che Luciano era stato qui
l'anno passato--nè il giorno che c'è stato.

                      MARIO.

Non so--non ricordo....

                      PAOLO.

Va là, va là, va là--lo sapevi. E sapevi che Anna
s'era fatta condur via per fuggirlo.--E io fuggivo
con lei tutto beato!--Lo vedi questo marito che
piglia il treno e.... via! innanzi che arrivi
quell'altro.

                      MARIO.

Metti che sia vero. Ciò ti dice nè più ne meno di
quello che ti hanno detto le lettere.

                      PAOLO.

No. Un po' di più. Tutto dice un po' di più.--Vedi
un granellino sull'altro, uno sull'altro, si fanno
delle macine che ti schiacciano. Dice un po' di
più. Altro è tener lontano, altro è fuggire. Si
allontana un importuno, senza supplicarlo
però!--Ma si fugge per paura.

                      MARIO.

Uh!

                      PAOLO.

E guarda, guarda, guarda, facciamo un po' di
esame, così per fare. Vediamo. È improbabile che
lui le avesse scritto che stava per venire. Anzi è
certo che non le aveva scritto, perchè lei avrebbe
risposto:--Mi scrivi che vieni.... amo mio
marito--ti supplico di rimanere.

                      MARIO.

Oh!

                      PAOLO.

Era dunque stata lei--a prevedere le
intenzioni.... lo sentiva arrivare.... per quella
divinazione....

                      MARIO.

Sei il primo marito che si cruccia perchè la
moglie ha fatto il suo dovere.

                      PAOLO.

Uhum! Dovere! Brutta parola!

                      MARIO.

Se c'è al mondo un'onesta donna!...

                      PAOLO.

Donna o moglie?

                      MARIO.

Fa lo stesso.

                      PAOLO.

No, no. Donna è per tutti: moglie è per me solo.
Credi tu che si sposi una donna perchè è onesta?
Mai più! La sposo perchè l'amo e perchè credo che
mi ami. Ci sono mille donne oneste--ce n'è una che
amo, una sola che mi ama.... se c'è!

                      MARIO.

Paolo!

                      PAOLO.

E se lo amava? Di'. Se lo amava? E se lo ha
respinto per virtù, per dovere? Di'.--Cosa resto
io?--Se fosse vivo, potrei lottare, potrei
vincerlo--ma è morto--ma si è ucciso per amor
suo.--Se lo amava nessuna forza glielo strappa più
dal cuore.

                      MARIO.

Tu pensi....

                      PAOLO.

Non lo so.--È ben questo! Che non lo so.--E voglio
saperlo--voglio sentirmelo gridare da lei sulla
faccia.--E me lo dirà....--Oh ne ho avuto il
sentimento appena ho letto la prima lettera.--Non
capivo ancora nulla, anzi, credevo: «Amo mio
marito.» Ma sentii subito un martello qui, che mi
faceva un male! un male! E non sapeva cosa fosse.
Oh prima che certe paure prendano corpo, ce ne
vuole del tempo.--Prima mordono, mordono.... e non
si sa che cosa sia.--Ero contento.... ti dicevo
che ero contento, volevo persuadermene, ma tu hai
veduto che mi mordeva la paura.--E se lo amava?
Oh! sicuro! Tanto più ammirevole, eh? Tutto il
mondo l'ammirerebbe.--Bella grazia!... Anch'io
l'ammirerei in ginocchio se fosse la moglie di un
altro. Ma è la mia.--Non sono il giudice di mia
moglie, io. Sono in causa, non posso giudicare,
sono il possessore.... è mia, è cosa mia! Devo
ammirarla perchè potendo frodarmi tutto, mi ha
frodato solo una parte!--Io guardo quello che mi
ha tolto non quello che mi rimane.

                      MARIO.

Sei pazzo, va.

                      PAOLO.

Ma non vedi che le sono odioso!

                      MARIO.

Oh Dio!

                      PAOLO.

Odioso! Tu non eri qui un momento fa. Non ha forse
bisogno che tu l'aiuti a sopportare la mia
presenza?

                      MARIO.

Oggi. Perchè sa che hai letto--te lo dicevo io?
Perchè è imbarazzante.

                      PAOLO.

Non oggi soltanto. Tu non ti muovi mai di qui,
mai.--In quindici anni che fai il campagnuolo non
sei stato fuori una settimana. E quindici giorni
fa ti è venuta improvvisamente l'idea di girare il
mondo.--Te ne aveva pregato essa.

                      MARIO.

Ti giuro....

                      PAOLO.

Non ti credo a te.--Me lo dirà Anna.

                                         Si avvia.

                      MARIO.

Cosa fai?

                      PAOLO.

Vado a domandarglielo.

                      MARIO.

No, Paolo.

                      PAOLO.

Lasciami andare....

                      MARIO.

Ma no.... c'è di là Maddalena.

                      PAOLO.

Oh per questo.

                              Chiama ad alta voce.

Anna! Anna!

                      MARIO.

Sei un ingrato!

                      PAOLO.

Se amava me, non le è costato molto
respingerlo.--Se amava lui non le devo
riconoscenza.




                  SCENA OTTAVA.

                  ANNA e detti.


                      ANNA.

Mi hai chiamato?

       PAOLO, a Mario che fa per andarsene.

No, no, resta. Sì, Anna. Volevo domandarti una
cosa. Qualunque sia la tua risposta, ti credo.

                      ANNA.

Ne sono persuasa.

                      PAOLO.

Sei tu che hai pregato Mario di venire con noi?
Non oggi, sai.

                      ANNA.

Nè oggi, nè prima.

                      MARIO.

Vedi?

                      ANNA.

Non l'ho pregato e non glie l'ho proposto. Devo
dire però che se Mario non veniva non sarei andata
nemmeno io.

                      PAOLO.

Oggi. Ma quindici giorni fa?

                      MARIO.

Ah senti, è ridicolo. Ti ha già detto....

                      ANNA.

No, Mario, non è ridicolo. È naturale che Paolo
desideri di sapere e ha il diritto d'interrogarmi.

                      PAOLO.

Non voglio far valere i miei diritti.

                      ANNA.

Hai torto. Bisogna far valere i nostri e
rispettare quegli degli altri. Quindici giorni fa
sarei andata anche con te solo.

                      MARIO.

O benedetto Iddio!

                      PAOLO.

Temevi eh? che dicesse di no.

                      ANNA.

Ma la sua proposta di accompagnarci mi è stata di
un grande sollievo.

                      PAOLO.

Vale a dire che ti sarebbe pesata la mia sola
compagnia.

                      ANNA.

Non pesata. Mi avrebbe inquietata.

                      PAOLO.

E si può sapere perchè?

                      ANNA.

Oramai si può.--Perchè era seguita una disgrazia
della quale tu allora ignoravi le ragioni, mentre
adesso le sai. Sapendole, capirai che io dovessi
esserne molto turbata, ma per la tua pace, dovevo
nasconderti il mio turbamento, e avevo diritto di
nasconderlo, poichè non avevo nulla a
rimproverarmi verso di te. Capisci che ad essere
in due, sempre insieme è più difficile
simulare.... tutte le ore.... tutte le ore!...
mentre la presenza di un terzo....

                      MARIO.

Ma vedi! ma vedi!

                      ANNA.

Mario ebbe la buona idea di accompagnarci.

                      PAOLO.

Mario che sapeva lui!

                      ANNA.

Questo lo ignoro.

                      PAOLO.

Non te ne ha mai parlato?

                      MARIO.

Non rispondergli, Anna, non rispondergli, vieni
via--è malato.... non ragiona.... povero
diavolo.... gli passerà.... e capirà allora....

                      ANNA.

Oh no.... è inutile....

                      PAOLO.

Una tragedia inutile, è vero Anna?

                      ANNA.

Non hai più nulla da comandarmi?

           PAOLO, imperioso, acciecato.

Sì. Voglio le lettere che ti ha scritto Luciano.

                      ANNA.

È giusto.--Vado a prenderle.

                                         si avvia.

                      PAOLO.

Tutte!

         ANNA torna e gli dà una chiave.

Sono nella mia scrivania, nel primo cassetto a
destra. Sono legate da un nastro nero.

                      PAOLO.

Va bene.

                                              Via.




                   SCENA NONA.

             ANNA, MARIO, poi PAOLO.


                      MARIO.

Perdonalo, Anna, non sa quello che si faccia.--Ti
ama tanto.--È un carattere debole.

                      ANNA.

Oh! senza pietà.

                      MARIO.

Come i deboli. Ti ama, ti ama.

                      ANNA.

Tanto male mi ama. Si perderà.

                      MARIO.

No, tocca a te sostenerlo.

                      ANNA.

Finchè giova.

        PAOLO torna colle lettere in mano--va alla
        scrivania, prende le altre, le getta tutte
        nel camino, le accende.

MARIO.

Che fa? Guarda, Anna.

        ANNA rigida, immobile, guarda le lettere
        bruciare, e mormora a mezza voce come
        trasognata.

Via! Via! Via! Via!

        PAOLO viene verso Anna colle mani giunte
        in una esaltazione supplichevole, scoppia
        in pianto, le si inginocchia davanti.

      MARIO esce tra commosso e dispettoso.




                  SCENA DECIMA.

                  ANNA e PAOLO.


           PAOLO, sempre in ginocchio.

E adesso.... Puoi perdonarmi?

        ANNA riluttante gli pone una mano sulla
        testa, poi indulgente e scorata.

Alzati, alzati.

                      PAOLO.

Dimmi che mi perdoni. Ti giuro che vorrei morire
qui.

                      ANNA.

Sì, sì. Alzati, non stare così. Mi fai pena.

                  PAOLO, levato.

Io non so cosa mi sia passato per la testa.... ma
ho sofferto tanto!

                      ANNA.

Si è visto.... sì.... calmati.

                      PAOLO.

Mario non ha tatto.... è stato lui ad irritarmi
fin dal principio.

              ANNA fa per avviarsi.

                      PAOLO.

Non andartene--sta qui un momento.

               ANNA siede sul sofà.

                      PAOLO.

Vedi bene che mi è passato subito quell'accesso di
violenza. È proprio perchè c'era Mario qui. Mario
è buono, è giudizioso, ma la sua presenza mi
irritava.--Sì sì, avevi ragione tu! ma devi anche
capire lo stato dell'animo mio.

                            Si alza a passeggiare.

In fin dei conti tutta questa burrasca cosa vuol
dire? Vuol dire che ti voglio bene--e questo è
l'essenziale, mi pare! Bisogna considerare il
fondo delle cose. Sono cinque anni che siamo
marito e moglie, e puoi dire tu se ti ho mai dato
il più leggero motivo di lagnanza. Io credo
proprio di no, e cinque anni sono cinque anni. Mi
sono fatto una bella posizione lavorando, tu hai
sempre figurato in società; un divertimento che è
un divertimento, da solo non me lo sono preso mai.
Avevo gli amici, il circolo.... gli altri mariti
dopo un anno la sera.... io ho rinunziato ad ogni
cosa.--Non voglio farmene un merito, ma....

                      ANNA.

Fammi il piacere, non girare tanto!

                      PAOLO.

Scusa.--Mi lasci sedere qui accanto a te?

                                   Lungo silenzio.

Quand'è che ti vedrò sorridere, Anna? No, non
levarti. Allora non è vero che mi hai perdonato!

                      ANNA.

Cosa vuoi, Paolo.... neh?.... cosa vuoi da me?...
dillo subito.

                      PAOLO.

Mi hai fatto promettere che non ti avrei mai
parlato....

                      ANNA.

Oh ma ti ho detto subito che avresti mancato alla
promessa. Hai torto però! Credi a me. Non mi
domandar nulla. Quando non ci sarà più pericolo,
ti prometto, ed io mantengo, ti prometto che ti
dirò io ogni cosa, senza che tu me lo domandi. E
sarà un bene per tutti e due. Ma voglio essere io
giudice del momento.

                      PAOLO.

Ebbene, sì, non mi dir nulla, ma vieni via con me,
con me solo; penso io a persuader Mario; egli
veniva per compiacerti e sarà molto più contento
di vederci partire insieme, in segno di pace.
Capisco che ti ripugna di risvegliare quelle
memorie, ebbene, invece di risvegliarle, io te le
farò dimenticare,--ti giuro,--ti giuro che non se
ne parlerà mai più, ma vieni via con me; vieni via
con me e vedrai quanto amore....

                      ANNA.

Non pretendere, Paolo. Se lo pretendi ti seguirò,
ma....

                      PAOLO.

No, no, non pretendo. Vedi bene che sono qui
supplichevole, non ti vorrei a forza. Ma senti
ancora, senti ancora. Riconosco, sai, quello che
hai fatto. Oh te ne saprò rimunerare per tutta la
vita. Lo riconosco, non c'è al mondo una donna più
santa di te; ma tu devi entrare nell'animo mio e
avere qualche pietà anche di me.

                      ANNA.

Ah, ah!

                                  Ride amaramente.

                      PAOLO.

Perchè vuoi prolungarmi questo tormento? quando
non ci sarà più pericolo, hai detto! Che pericolo
c'è? Da chi dipende questo pericolo? Da te? o da
me? Che cosa può mutare in noi il tempo? Ti ho
sempre amata, ti amo, e guarda, in questo momento
ti amo come non ti ho amata mai!--Dammi la mano,
la mano soltanto. Dio! Anna! sei tanto bella! E
sei mia, sei mia moglie, e il giuramento che mi
hai fatto quando ci siamo sposati, non è solamente
di fedeltà, ma è di amore. Vieni via, vieni via.

                      ANNA.

No, no, no.

                      PAOLO.

No!? Hai paura, eh? di essergli infedele?

                      ANNA.

Paolo! Paolo!

                      PAOLO.

E se ti voglio?

                      ANNA.

Non puoi volerlo.

                      PAOLO.

E se voglio?

                      ANNA.

Paolo!

                      PAOLO.

E se comando?

                      ANNA.

Distruggerai in un momento tutta l'opera mia. Ma
pensa che la tua violenza è una liberazione per
me.

                      PAOLO.

O vieni, o parli!

                      ANNA.

Vuoi così? Ci siamo arrivati? Io ho fatto quello
che potevo...!

                      PAOLO.

Sì, va.--Parla!

                      ANNA.

Amavo Luciano e lo amo ancora!

                      PAOLO.

Oh!

                      ANNA.

Lo amavo, lo amavo.--Senti? lo amavo e godo una
gioia immensa a dirtelo qui,--e tu non hai veduto
che morivo dalla voglia di gridarlo.... e quando
ti vedevo serrarmi da vicino colla tua curiosità
feroce, mi dicevo: ci viene.... ci viene.... Ci
sei venuto. Lo amavo, lo amo, e non ho amato che
lui al mondo, e provo il rimorso della mia
virtù.--Lo sai ora?

                      PAOLO.

Va bene!

                                         Si avvia.

                      ANNA.

Ah no.--Stai qui ora, ora mi senti.--Hai voluto
che parlassi, ora parlo.... ora sono io che ti
trattengo. Capirai bene che dopo un colloquio come
questo, fra te e me è finita--bisogna dunque dirci
ogni cosa--io ti ho ascoltato, ti ascolterò ancora
se vorrai, ma devi ascoltarmi tu pure. Cosa hai
fatto tu per me? Che aiuto mi hai dato? Hai saputo
vedere, quando era giusto che tu vedessi? Hai
saputo nemmeno sospettare? È bisognato che un uomo
morisse.... ma che! nemmeno questo! Quando tu non
soffrivi come soffri ora, hai saputo vedere quello
che soffrivo io? Ti è parso che il mio dolore
fosse il dolore per la morte di un tuo parente!
Non hai capito che ero atterrita: mi dormivi
accanto e non ti sei accorto che le prime notti
mordevo le coperte per non gridare. In un momento
vieni a conoscere tutti i fatti. E che cosa sono
questi fatti? Che io tua moglie per anni, in
silenzio, ho difesa la tua pace, ho compiuto
quello che la gente chiama il mio dovere. Allora
la tua curiosità si sveglia, e per guadagnare il
tempo perduto vuole violentarmi l'anima e
penetrarvi giù, giù fino al fondo. Ah, no, Paolo,
no: non si fa così, nè per te, nè per me. No, non
conviene saper tutto. E non si entra per la gran
porta nelle anime; vi si entra a tradimento. Hai
voluto spalancarla: ebbene hai visto: non c'è
dentro più nulla per te.

                      PAOLO.

No? hai ragione tu, eh?--Hai ragione tu, è vero,
lo riconosco anch'io che hai ragione. Ma il tuo
amore non l'ho avuto mai, eh? L'hai detto tu; non
l'ho avuto mai il tuo amore? E allora?... Hai
ragione tu.--Eppure sai cosa faccio io? Ti scaccio
da casa mia!

                ANNA, giubilante.

Oh vado, vado, vado, e non ritornerò mai più! E
non pregare, sai, e non venire a me. Non ho più
forza di avere pietà. Quando ti avrò detto addio,
sarò morta per te!

        Entra correndo nella sua camera.--PAOLO
        immobile, esterrefatto aspetta.--ANNA
        ritorna con cappello e mantiglia, traversa
        e fa per uscire.

                      PAOLO.

No, Anna, no, no, no. Anna, no. Per carità
aspetta. Siamo pazzi tutti e due. Che sarebbe di
noi? Tu mi sei necessaria.

                                Le si avviticchia.

Non andare, non voglio, sai, resta qui.--Ero
pazzo, non andare, vedrai--tutta la vita....

                           Anna vuole sciogliersi.

No, per carità.... se vai, se ti sciogli, se
parli, sento che è inesorabile.--Resta, resta,
Anna...!

                                 ANNA si scioglie.

Addio!

                                              Via.


                 _Cala la tela._





End of the Project Gutenberg EBook of Diritti dell'Anima, by Giuseppe Giacosa

*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK DIRITTI DELL'ANIMA ***

***** This file should be named 25176-8.txt or 25176-8.zip *****
This and all associated files of various formats will be found in:
        https://www.gutenberg.org/2/5/1/7/25176/

Produced by Carlo Traverso, Claudio Paganelli and the
Online Distributed Proofreading Team at https://www.pgdp.net
(This file was produced from images generously made
available by Biblioteca Nazionale Braidense - Milano)


Updated editions will replace the previous one--the old editions
will be renamed.

Creating the works from public domain print editions means that no
one owns a United States copyright in these works, so the Foundation
(and you!) can copy and distribute it in the United States without
permission and without paying copyright royalties.  Special rules,
set forth in the General Terms of Use part of this license, apply to
copying and distributing Project Gutenberg-tm electronic works to
protect the PROJECT GUTENBERG-tm concept and trademark.  Project
Gutenberg is a registered trademark, and may not be used if you
charge for the eBooks, unless you receive specific permission.  If you
do not charge anything for copies of this eBook, complying with the
rules is very easy.  You may use this eBook for nearly any purpose
such as creation of derivative works, reports, performances and
research.  They may be modified and printed and given away--you may do
practically ANYTHING with public domain eBooks.  Redistribution is
subject to the trademark license, especially commercial
redistribution.



*** START: FULL LICENSE ***

THE FULL PROJECT GUTENBERG LICENSE
PLEASE READ THIS BEFORE YOU DISTRIBUTE OR USE THIS WORK

To protect the Project Gutenberg-tm mission of promoting the free
distribution of electronic works, by using or distributing this work
(or any other work associated in any way with the phrase "Project
Gutenberg"), you agree to comply with all the terms of the Full Project
Gutenberg-tm License (available with this file or online at
https://gutenberg.org/license).


Section 1.  General Terms of Use and Redistributing Project Gutenberg-tm
electronic works

1.A.  By reading or using any part of this Project Gutenberg-tm
electronic work, you indicate that you have read, understand, agree to
and accept all the terms of this license and intellectual property
(trademark/copyright) agreement.  If you do not agree to abide by all
the terms of this agreement, you must cease using and return or destroy
all copies of Project Gutenberg-tm electronic works in your possession.
If you paid a fee for obtaining a copy of or access to a Project
Gutenberg-tm electronic work and you do not agree to be bound by the
terms of this agreement, you may obtain a refund from the person or
entity to whom you paid the fee as set forth in paragraph 1.E.8.

1.B.  "Project Gutenberg" is a registered trademark.  It may only be
used on or associated in any way with an electronic work by people who
agree to be bound by the terms of this agreement.  There are a few
things that you can do with most Project Gutenberg-tm electronic works
even without complying with the full terms of this agreement.  See
paragraph 1.C below.  There are a lot of things you can do with Project
Gutenberg-tm electronic works if you follow the terms of this agreement
and help preserve free future access to Project Gutenberg-tm electronic
works.  See paragraph 1.E below.

1.C.  The Project Gutenberg Literary Archive Foundation ("the Foundation"
or PGLAF), owns a compilation copyright in the collection of Project
Gutenberg-tm electronic works.  Nearly all the individual works in the
collection are in the public domain in the United States.  If an
individual work is in the public domain in the United States and you are
located in the United States, we do not claim a right to prevent you from
copying, distributing, performing, displaying or creating derivative
works based on the work as long as all references to Project Gutenberg
are removed.  Of course, we hope that you will support the Project
Gutenberg-tm mission of promoting free access to electronic works by
freely sharing Project Gutenberg-tm works in compliance with the terms of
this agreement for keeping the Project Gutenberg-tm name associated with
the work.  You can easily comply with the terms of this agreement by
keeping this work in the same format with its attached full Project
Gutenberg-tm License when you share it without charge with others.

1.D.  The copyright laws of the place where you are located also govern
what you can do with this work.  Copyright laws in most countries are in
a constant state of change.  If you are outside the United States, check
the laws of your country in addition to the terms of this agreement
before downloading, copying, displaying, performing, distributing or
creating derivative works based on this work or any other Project
Gutenberg-tm work.  The Foundation makes no representations concerning
the copyright status of any work in any country outside the United
States.

1.E.  Unless you have removed all references to Project Gutenberg:

1.E.1.  The following sentence, with active links to, or other immediate
access to, the full Project Gutenberg-tm License must appear prominently
whenever any copy of a Project Gutenberg-tm work (any work on which the
phrase "Project Gutenberg" appears, or with which the phrase "Project
Gutenberg" is associated) is accessed, displayed, performed, viewed,
copied or distributed:

This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with
almost no restrictions whatsoever.  You may copy it, give it away or
re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included
with this eBook or online at www.gutenberg.org

1.E.2.  If an individual Project Gutenberg-tm electronic work is derived
from the public domain (does not contain a notice indicating that it is
posted with permission of the copyright holder), the work can be copied
and distributed to anyone in the United States without paying any fees
or charges.  If you are redistributing or providing access to a work
with the phrase "Project Gutenberg" associated with or appearing on the
work, you must comply either with the requirements of paragraphs 1.E.1
through 1.E.7 or obtain permission for the use of the work and the
Project Gutenberg-tm trademark as set forth in paragraphs 1.E.8 or
1.E.9.

1.E.3.  If an individual Project Gutenberg-tm electronic work is posted
with the permission of the copyright holder, your use and distribution
must comply with both paragraphs 1.E.1 through 1.E.7 and any additional
terms imposed by the copyright holder.  Additional terms will be linked
to the Project Gutenberg-tm License for all works posted with the
permission of the copyright holder found at the beginning of this work.

1.E.4.  Do not unlink or detach or remove the full Project Gutenberg-tm
License terms from this work, or any files containing a part of this
work or any other work associated with Project Gutenberg-tm.

1.E.5.  Do not copy, display, perform, distribute or redistribute this
electronic work, or any part of this electronic work, without
prominently displaying the sentence set forth in paragraph 1.E.1 with
active links or immediate access to the full terms of the Project
Gutenberg-tm License.

1.E.6.  You may convert to and distribute this work in any binary,
compressed, marked up, nonproprietary or proprietary form, including any
word processing or hypertext form.  However, if you provide access to or
distribute copies of a Project Gutenberg-tm work in a format other than
"Plain Vanilla ASCII" or other format used in the official version
posted on the official Project Gutenberg-tm web site (www.gutenberg.org),
you must, at no additional cost, fee or expense to the user, provide a
copy, a means of exporting a copy, or a means of obtaining a copy upon
request, of the work in its original "Plain Vanilla ASCII" or other
form.  Any alternate format must include the full Project Gutenberg-tm
License as specified in paragraph 1.E.1.

1.E.7.  Do not charge a fee for access to, viewing, displaying,
performing, copying or distributing any Project Gutenberg-tm works
unless you comply with paragraph 1.E.8 or 1.E.9.

1.E.8.  You may charge a reasonable fee for copies of or providing
access to or distributing Project Gutenberg-tm electronic works provided
that

- You pay a royalty fee of 20% of the gross profits you derive from
     the use of Project Gutenberg-tm works calculated using the method
     you already use to calculate your applicable taxes.  The fee is
     owed to the owner of the Project Gutenberg-tm trademark, but he
     has agreed to donate royalties under this paragraph to the
     Project Gutenberg Literary Archive Foundation.  Royalty payments
     must be paid within 60 days following each date on which you
     prepare (or are legally required to prepare) your periodic tax
     returns.  Royalty payments should be clearly marked as such and
     sent to the Project Gutenberg Literary Archive Foundation at the
     address specified in Section 4, "Information about donations to
     the Project Gutenberg Literary Archive Foundation."

- You provide a full refund of any money paid by a user who notifies
     you in writing (or by e-mail) within 30 days of receipt that s/he
     does not agree to the terms of the full Project Gutenberg-tm
     License.  You must require such a user to return or
     destroy all copies of the works possessed in a physical medium
     and discontinue all use of and all access to other copies of
     Project Gutenberg-tm works.

- You provide, in accordance with paragraph 1.F.3, a full refund of any
     money paid for a work or a replacement copy, if a defect in the
     electronic work is discovered and reported to you within 90 days
     of receipt of the work.

- You comply with all other terms of this agreement for free
     distribution of Project Gutenberg-tm works.

1.E.9.  If you wish to charge a fee or distribute a Project Gutenberg-tm
electronic work or group of works on different terms than are set
forth in this agreement, you must obtain permission in writing from
both the Project Gutenberg Literary Archive Foundation and Michael
Hart, the owner of the Project Gutenberg-tm trademark.  Contact the
Foundation as set forth in Section 3 below.

1.F.

1.F.1.  Project Gutenberg volunteers and employees expend considerable
effort to identify, do copyright research on, transcribe and proofread
public domain works in creating the Project Gutenberg-tm
collection.  Despite these efforts, Project Gutenberg-tm electronic
works, and the medium on which they may be stored, may contain
"Defects," such as, but not limited to, incomplete, inaccurate or
corrupt data, transcription errors, a copyright or other intellectual
property infringement, a defective or damaged disk or other medium, a
computer virus, or computer codes that damage or cannot be read by
your equipment.

1.F.2.  LIMITED WARRANTY, DISCLAIMER OF DAMAGES - Except for the "Right
of Replacement or Refund" described in paragraph 1.F.3, the Project
Gutenberg Literary Archive Foundation, the owner of the Project
Gutenberg-tm trademark, and any other party distributing a Project
Gutenberg-tm electronic work under this agreement, disclaim all
liability to you for damages, costs and expenses, including legal
fees.  YOU AGREE THAT YOU HAVE NO REMEDIES FOR NEGLIGENCE, STRICT
LIABILITY, BREACH OF WARRANTY OR BREACH OF CONTRACT EXCEPT THOSE
PROVIDED IN PARAGRAPH F3.  YOU AGREE THAT THE FOUNDATION, THE
TRADEMARK OWNER, AND ANY DISTRIBUTOR UNDER THIS AGREEMENT WILL NOT BE
LIABLE TO YOU FOR ACTUAL, DIRECT, INDIRECT, CONSEQUENTIAL, PUNITIVE OR
INCIDENTAL DAMAGES EVEN IF YOU GIVE NOTICE OF THE POSSIBILITY OF SUCH
DAMAGE.

1.F.3.  LIMITED RIGHT OF REPLACEMENT OR REFUND - If you discover a
defect in this electronic work within 90 days of receiving it, you can
receive a refund of the money (if any) you paid for it by sending a
written explanation to the person you received the work from.  If you
received the work on a physical medium, you must return the medium with
your written explanation.  The person or entity that provided you with
the defective work may elect to provide a replacement copy in lieu of a
refund.  If you received the work electronically, the person or entity
providing it to you may choose to give you a second opportunity to
receive the work electronically in lieu of a refund.  If the second copy
is also defective, you may demand a refund in writing without further
opportunities to fix the problem.

1.F.4.  Except for the limited right of replacement or refund set forth
in paragraph 1.F.3, this work is provided to you 'AS-IS' WITH NO OTHER
WARRANTIES OF ANY KIND, EXPRESS OR IMPLIED, INCLUDING BUT NOT LIMITED TO
WARRANTIES OF MERCHANTIBILITY OR FITNESS FOR ANY PURPOSE.

1.F.5.  Some states do not allow disclaimers of certain implied
warranties or the exclusion or limitation of certain types of damages.
If any disclaimer or limitation set forth in this agreement violates the
law of the state applicable to this agreement, the agreement shall be
interpreted to make the maximum disclaimer or limitation permitted by
the applicable state law.  The invalidity or unenforceability of any
provision of this agreement shall not void the remaining provisions.

1.F.6.  INDEMNITY - You agree to indemnify and hold the Foundation, the
trademark owner, any agent or employee of the Foundation, anyone
providing copies of Project Gutenberg-tm electronic works in accordance
with this agreement, and any volunteers associated with the production,
promotion and distribution of Project Gutenberg-tm electronic works,
harmless from all liability, costs and expenses, including legal fees,
that arise directly or indirectly from any of the following which you do
or cause to occur: (a) distribution of this or any Project Gutenberg-tm
work, (b) alteration, modification, or additions or deletions to any
Project Gutenberg-tm work, and (c) any Defect you cause.


Section  2.  Information about the Mission of Project Gutenberg-tm

Project Gutenberg-tm is synonymous with the free distribution of
electronic works in formats readable by the widest variety of computers
including obsolete, old, middle-aged and new computers.  It exists
because of the efforts of hundreds of volunteers and donations from
people in all walks of life.

Volunteers and financial support to provide volunteers with the
assistance they need, is critical to reaching Project Gutenberg-tm's
goals and ensuring that the Project Gutenberg-tm collection will
remain freely available for generations to come.  In 2001, the Project
Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure
and permanent future for Project Gutenberg-tm and future generations.
To learn more about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation
and how your efforts and donations can help, see Sections 3 and 4
and the Foundation web page at https://www.pglaf.org.


Section 3.  Information about the Project Gutenberg Literary Archive
Foundation

The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non profit
501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the
state of Mississippi and granted tax exempt status by the Internal
Revenue Service.  The Foundation's EIN or federal tax identification
number is 64-6221541.  Its 501(c)(3) letter is posted at
https://pglaf.org/fundraising.  Contributions to the Project Gutenberg
Literary Archive Foundation are tax deductible to the full extent
permitted by U.S. federal laws and your state's laws.

The Foundation's principal office is located at 4557 Melan Dr. S.
Fairbanks, AK, 99712., but its volunteers and employees are scattered
throughout numerous locations.  Its business office is located at
809 North 1500 West, Salt Lake City, UT 84116, (801) 596-1887, email
[email protected].  Email contact links and up to date contact
information can be found at the Foundation's web site and official
page at https://pglaf.org

For additional contact information:
     Dr. Gregory B. Newby
     Chief Executive and Director
     [email protected]


Section 4.  Information about Donations to the Project Gutenberg
Literary Archive Foundation

Project Gutenberg-tm depends upon and cannot survive without wide
spread public support and donations to carry out its mission of
increasing the number of public domain and licensed works that can be
freely distributed in machine readable form accessible by the widest
array of equipment including outdated equipment.  Many small donations
($1 to $5,000) are particularly important to maintaining tax exempt
status with the IRS.

The Foundation is committed to complying with the laws regulating
charities and charitable donations in all 50 states of the United
States.  Compliance requirements are not uniform and it takes a
considerable effort, much paperwork and many fees to meet and keep up
with these requirements.  We do not solicit donations in locations
where we have not received written confirmation of compliance.  To
SEND DONATIONS or determine the status of compliance for any
particular state visit https://pglaf.org

While we cannot and do not solicit contributions from states where we
have not met the solicitation requirements, we know of no prohibition
against accepting unsolicited donations from donors in such states who
approach us with offers to donate.

International donations are gratefully accepted, but we cannot make
any statements concerning tax treatment of donations received from
outside the United States.  U.S. laws alone swamp our small staff.

Please check the Project Gutenberg Web pages for current donation
methods and addresses.  Donations are accepted in a number of other
ways including including checks, online payments and credit card
donations.  To donate, please visit: https://pglaf.org/donate


Section 5.  General Information About Project Gutenberg-tm electronic
works.

Professor Michael S. Hart was the originator of the Project Gutenberg-tm
concept of a library of electronic works that could be freely shared
with anyone.  For thirty years, he produced and distributed Project
Gutenberg-tm eBooks with only a loose network of volunteer support.


Project Gutenberg-tm eBooks are often created from several printed
editions, all of which are confirmed as Public Domain in the U.S.
unless a copyright notice is included.  Thus, we do not necessarily
keep eBooks in compliance with any particular paper edition.


Most people start at our Web site which has the main PG search facility:

     https://www.gutenberg.org

This Web site includes information about Project Gutenberg-tm,
including how to make donations to the Project Gutenberg Literary
Archive Foundation, how to help produce our new eBooks, and how to
subscribe to our email newsletter to hear about new eBooks.